L’attività SEO è in continua evoluzione e ciò che trovate scritto su Google (magari datato anche pochi mesi fa) non è detto che sia tutt’ora valido per il posizionamento, anzi.
Questa è una delle cause per le quali molti siti web che per un lungo periodo di tempo si sono trovati tra i primi risultati delle ricerche utilizzando tecniche ormai obsolete, nel momento in cui Google ha aggiornato i suoi algoritmi, possono addirittura essere spariti dalla SERP! Questo perché chi non monitora costantemente i dati e non aggiorna il sito secondo le regole di Google, potrebbe essere vittima di penalizzazione perdendo quindi un grande bacino di utenza. Si riducono le visite organiche e di conseguenza il fatturato diminuisce.
Avrete sicuramente sentito parlare di Penguin, Panda e Venice: questi “aggiornamenti” hanno nettamente rivoluzionato il mondo della SEO premiando i siti più curati e rivolti alla conquista dell’utente. Creare un coinvolgimento emotivo, sfruttando testi e immagini di qualità, è uno degli aspetti che viene premiato dagli utenti e quindi, indirettamente, da Google stesso.
Ecco quelli che sono gli errori da non fare per farsi trovare su Google:
Keyword stuffing:
uno degli errori più comuni che spesso è ancora rilevabile in tantissime pagine di siti web. Il sovraffollamento delle parole chiave infatti rende un testo scarsamente appetibile per l’utente e non aiuta per forza il posizionamento per quella keyword. E’ meglio pensare prima all’utente e poi al motore di ricerca!
Le Pagine:
le pagine che hanno un contenuto testuale molto ridotto, con appena due o tre frasi, non sono visti di buon occhio da Google.
Contenuti duplicati:
Sforzati di scrivere per l’utente, evita il copia / incolla. Non serve a nulla prendere pezzi di testo e copiarli.