Ricordiamo che quando viene messa online una nuova versione del sito, Google attiva una procedura di deep crawling che analizza in modo approfondito i nuovi contenuti e le nuove pagine, fornendo una nuova valutazione del sito, con una conseguente modifica del posizionamento. Ecco perché è indispensabile avere una strategia mirata che riduca al minimo gli errori. In questo modo possiamo sfruttare un processo automatico di Google, migliorando i tempi di assorbimento delle modifiche fatte.
Il nostro metodo consiste nel:
- concentrarsi sulla migrazione SEO delle URL con redirect 301 che dal vecchio sito punterà al nuovo sito senza perdere tutti i posizionamenti ottenuti in passato;
- impostare le pagine di errore 404, per impedire la produzione di contenuto duplicato con pagine customizzate per indicare all’utente l’assenza di una risorsa all’URL indicata;
- impostare lo status code http 503 e tutto ciò che è necessario per gestire al meglio i possibili momenti down del sever dovuti alla migrazione. Questo ci permette di congelare il posizionamento per un tempo limitato senza avere danni causati da problemi tecnici;
- gestire i metatag per garantire la creazione di routine per la valorizzazione automatizzata delle informazioni. Ce ne sono alcuni essenziali: title, description, meta robots, link rel=canonical, attributo ALT, attributo rel=nofollow;
- definire l’architettura delle informazioni e la creazione di contenuti che determinano il posizionamento di un sito. L’eliminazione o l’unione dei contenuti è una manovra critica che può comportare la perdita di posizionamenti.
Ogni attività di restyling è strettamente legata alle esigenze di uno specifico sito che possiamo scoprire solo con un’attenta e accurata analisi.