Sappiamo bene quanto è diventato essenziale oggi essere presenti online. Quante volte hai sentito dire “Se non hai un sito web non sei nessuno”? E in parte è così. Ma non basta essere online, aprire un e-commerce o un sito web, per vedere crescere il fatturato. E’ essenziale avere un approccio strategico e una visione del futuro per guidare le scelte e garantire il successo dell’azienda.
Abbiamo chiesto al Dottor Claudio Bottos, consulente aziendale, di raccontarci quali sono le preoccupazioni più comuni degli imprenditori, cosa possono fare per assicurarsi un futuro, le novità dal punto di vista fiscale e molto altro. Buona lettura!
Grazie Claudio per aver accettato di condividere con noi le evoluzioni a cui stai assistendo nel mondo dell’imprenditoria. Iniziamo subito con un tema particolarmente sensibile, ma di fondamentale importanza, soprattutto post lock-down: cosa possono fare oggi le imprese locali per assicurarsi un futuro?
Nessuno può sapere cosa accadrà nel futuro, quello che si può fare è immaginarlo. Le imprese devono immaginare il futuro (leggendo i megatrends), capire quali obiettivi vogliono raggiungere e impostare una strategia per ottenere i risultati attesi. Molto spesso si tende a dimenticare che il cuore della strategia è il valore creato per i clienti, quindi gli imprenditori devono cercare di capire quale valore stanno creando per i loro clienti e quello che pensano di creare nel futuro. Inoltre, occorre imparare a valutare i rischi, definire una strategia e farlo con sistematicità e metodo. In sostanza attivare un processo di riflessione strategica, che fa chiedere “dove siamo” – “dove vogliamo andare” – “cosa dobbiamo fare per arrivare”.
Senza questo approccio strategico non si può avere un futuro, tanto online quanto offline. Una cosa che mi piace dire ai miei clienti per spiegare loro l’importanza della strategia è che la contabilità e il bilancio ci raccontano il passato dell’azienda, ma per andare avanti dobbiamo sapere come muovere i prossimi passi e questo possiamo saperlo solo se abbiamo una strategia da seguire.
Quanto conta avere uno store online?
In un’ottica di crescita conta tanto, ma dipende ovviamente dal tipo di settore e prodotti trattati. Certamente oggi il Web è diventato importantissimo per le aziende, non solo per vendere, ma anche per comunicare con i clienti e informare il mercato. Purtroppo però capita ancora molto spesso che il canale online venga visto come un porto sicuro in cui fare la fortuna. Non è così. Aprire un e-commerce è come aprire una nuova azienda: dobbiamo avere un’idea chiara degli obiettivi e degli strumenti che abbiamo a disposizione per far crescere un business online.
Come consulente aziendale ho notato un maggiore interesse nei confronti del canale online di aziende piccole e locali, come ad esempio il settore della ristorazione. Il Covid-19 le ha messe davanti a una nuova realtà, a cui prima si guardava con molta diffidenza, e che invece oggi rappresenta un’opportunità importante per raggiungere nuovi clienti.
Hai notato un maggiore interesse nei confronti dei canali online da parte degli imprenditori?
Sì, soprattutto spinti dal lock-down. Come ho anticipato, anche i piccoli imprenditori hanno scoperto l’importanza di avere o creare canali online di vendita. Basta guardare cosa hanno fatto e stanno facendo anche negozi, ristoranti, ecc. Le consegne a domicilio di prodotti è aumentata notevolmente. Questo ha fatto scoprire a molti, che prima erano dubbiosi, i vantaggi delle consegne a domicilio o il ritiro dei prodotti già preparati presso il negozio.
Quali sono le preoccupazioni più comuni degli imprenditori in questo particolare periodo?
La fatica di leggere il futuro. L’incertezza, soprattutto per quelli, e sono la maggioranza, che non sono in grado di fare simulazioni economiche e finanziarie. Chi è in grado di farle può vedere cosa succede agli utili e ai flussi di cassa, con ottiche sia pessimistiche e sia ottimistiche.
In quanto consulente aziendale, ti capita spesso di affrontare tematiche che riguardano il web, di consigliare l’uso di questo canale o di aiutare gli imprenditori a integrarlo in un sistema di gestione tradizionale?
Sì, sia per la vendita, sia per la comunicazione e sia per la digitalizzazione di alcuni processi aziendali. Se guardiamo quello che è successo con gli istituti di credito con l’home banking e il mobile. Ora paghiamo e facciamo operazioni da casa e in mobilità senza bisogno dell’impiegato. Per tanti processi aziendali sarà il web la chiave di svolta, ma le aziende dovranno formare il personale e/o acquisire dall’esterno le competenze necessarie.
Cosa possono fare le imprese in questo momento per essere più competitive e incrementare il fatturato?
Vale quanto detto prima. Invito i miei clienti ad usare di più la fantasia e di guardare il mercato e i prodotti/servizi con ottiche diverse. Devono concentrarsi sul valore creato per i clienti perché, solo se l’impresa crea valore, i clienti acquistano i prodotti e/o i servizi. Il valore può essere la soluzione di un problema, il soddisfacimento di un bisogno o il prezzo ritenuto congruo al valore soddisfatto. L’impresa è competitiva quando riesce a creare un maggior valore per il cliente rispetto ai concorrenti. Il valore però è dinamico e varia in funzione del tempo e della percezione del cliente perché, se non è percepito, il valore non esiste e quindi il cliente non acquista.
Sono previsti interventi da parte del Governo volti a ridurre la pressione fiscale sulle aziende?
Qualche provvedimento c’è stato, con il credito d’imposta, per aiutare a diminuire la pressione fiscale, ma sono agevolazioni spot. Servirebbe una seria riforma del sistema fiscale, non solo per la riduzione della pressione, ma anche per lo snellimento delle procedure. Attualmente la burocrazia è ancora troppa, accedere ai finanziamenti non è sempre così semplice e quello di cui hanno bisogno oggi gli imprenditori è di velocità e di sburocratizzare, di risposte efficaci e immediate.