Le conversioni rappresentano l’obiettivo finale di qualsiasi strategia di marketing. Quando un potenziale cliente compie un’azione desiderata, come l’acquisto di un prodotto o la richiesta di informazioni, si verifica una conversione. In altre parole, possiamo dire che la strategia di marketing ha portato a una conversione quando l’utente ha svolto un’azione desiderata. Oggi vogliamo approfondire meglio questo argomento, capire cosa sono ma soprattutto, come monitorarle. Possiamo raggiungere un numero elevato di conversioni ma occorre monitorarle nel modo giusto se vogliamo scoprire come le abbiamo ottenute e cosa dobbiamo fare per vedere questo numero in costante crescita.
Come si misura una conversione?
La misurazione delle conversioni è essenziale per capire se la strategia di marketing è efficace o meno. Come si misurano? Per prima cosa dobbiamo distinguere due tipi di conversioni: le macro conversioni e le micro conversioni. Le macro conversioni sono le conversioni finali, come l’acquisto di un prodotto o di un servizio, e si tratta di conversioni che ci si aspetta di raggiungere per il proprio business. Il raggiungimento di questo obiettivo si ottiene anche grazie alle micro conversioni che possiamo definire come azioni intermedie, dal like alle pagine social alla sottoscrizione di una newsletter. Sono azioni che vengono spesso sottovalutate ma che rappresentano un fattore decisivo per raggiungere poi le conversioni finale.
Per misurarle è necessario tracciare le azioni degli utenti utilizzando strumenti di web analytics specifici, come Google Analytics. Questo strumento è indispensabile per analizzare il comportamento degli utenti all’interno di un sito web o e-commerce, ma anche per individuare i diversi touchpoint che lo hanno portato a compiere una conversione. Le novità che stanno caratterizzando questo strumento di analisi nell’ultimo periodo sono molteplici, soprattutto per quel che riguarda il tracciamento delle conversioni intese come acquisti veri e propri. Il nuovo strumento di tracciamento degli acquisti con GA4, è possibile avere una visione più completa delle attività degli utenti sul sito o sull’app, così come delle attività svolte offline e molto altro. Ma per riuscire a ottenere il massimo dallo strumento è necessario configurarlo nel modo giusto.
Come si calcola il tasso di conversione?
Il tasso di conversione è una misura della percentuale di visitatori di un sito web che compiono un’azione specifica che si vuole monitorare, ad esempio l’acquisto di un prodotto o la compilazione di un modulo. Questo KPI è senza dubbio uno dei più importanti da tenere sotto controllo per chi ha un sito e-commerce perché rappresenta un indicatore chiave della strategia di marketing.
Per calcolare il tasso di conversione, è necessario conoscere il numero di visite totali al sito web e il numero di visite che hanno effettivamente portato all’azione desiderata. Una volta raccolti questi dati, il calcolo da fare è:
Conversion Rate = (Numero di visite che hanno effettuato l’azione desiderata / Numero di visite totali al sito web) x 100%
Ad esempio, se il sito web ha ricevuto 1000 visite e 50 di queste hanno completato un acquisto, il tasso di conversione sarebbe:
Conversion Rate = (50/1000) x 100% = 5%
Un tasso di conversione elevato indica che un grande numero di visitatori sta compiendo l’azione desiderata, mentre un tasso di conversione basso indica che ci sono problemi da risolvere per aumentare l’efficacia del sito web.
Come monitorare le conversioni e ottimizzare il tasso di conversione
Per monitorare e ottimizzare il tasso di conversione, è necessario analizzare i dati raccolti da strumenti di tracciamento come ad esempio Google Analytics 4. Questi strumenti consentono di raccogliere dati sul comportamento degli utenti, come il numero di visite al sito web, la durata della visita, le azioni compiute dagli utenti e molto altro. Se hai un sito e utilizzi Google Analytics conosci bene le potenzialità dello strumento e la quantità di dati che può fornirti per fare delle stime accurate e migliorare i risultati ottenuti.
Una volta raccolti i dati è necessario analizzarli e saperli interpretare. Ad esempio, puoi identificare le pagine del sito web che presentano un tasso di conversione basso e le aree che richiedono miglioramenti. Una pagina che ha un alto tasso di abbandono potrebbe avere problemi nella navigazione, nella presentazione del contenuto, nelle CTA poco chiare o messe in posizioni sbagliate.
Cosa possiamo fare per ottimizzare il tasso di conversione? È necessario testare diverse strategie e valutare i risultati ottenuti. Uno degli approcci utilizzati è il testing A/B, che consiste nell’esporre due versioni di una pagina web ad un gruppo di utenti e valutare quale versione ha un tasso di conversione più alto. In questo modo è possibile identificare le variazioni che portano a un miglioramento che è possibile implementare sul sito e rendere visibile a tutti gli utenti.
La risposta alle domande “perché ho un tasso di conversione basso?” e “come faccio a migliorare questo dato?” potrebbe nascondersi dietro a una semplice modifica delle call-to-action (CTA): il colore, la posizione, il messaggio che comunicano. Oppure, in un vero e proprio restyling della scheda prodotto o del sito web. L’unico modo per scoprirlo è tramite la raccolta dei dati l’analisi accurata al fine di individuare la migliore strategia per raggiungere i tuoi risultati di business!