Qualsiasi sia il tuo progetto SEO, la ricerca delle parole chiave è indispensabile per rendere visibile il tuo sito web e produrre contenuti adeguati per portare traffico al sito. Sì, insomma, la Keyword Research è la regola base da cui parte ogni buon SEO, quindi senza questo primo step non si può andare lontano.
Ma noi vogliamo andare lontanissimo. 😉
Quello di cui ti parlerò oggi però è una sorta di evoluzione della Keyword Research, che oggi è diventata sempre più Search Intent, ovvero l’intento di ricerca e delle esigenze degli utenti.
Hai già qualche dubbio? Bene, quest’articolo chiarirà ogni cosa!
Cos’è il Search Intent o intenzione di ricerca?
Indice
La Search Intent è, come anticipato, l’intenzione di ricerca degli utenti quando digitano le query dentro la search bar di Google, per potersi informare. In realtà non è quello che digitano, bensì l’intenzione o l’obiettivo con cui interrogano Google.
La differenza è sottile, ma l’approccio è diverso!
Per capire meglio ti faccio un esempio: immagina un utente che digita su Google la query “Pasta alla carbonara”. Capisci bene come dietro questa digitazione ci sia, in realtà, il tentativo di ricevere svariate informazioni: come fare la pasta alla carbonara? Quante calorie ha la pasta alla carbonara? Qual è la pasta alla carbonara originale? Contiene lattosio?
Tutte queste domande lui non le ha fatte a Google. Lui ha cercato la keyword principale ma non ha dichiarato esattamente “per cosa” sta ricercando le informazioni relative a quella query di ricerca.
Quindi cosa vuole sapere esattamente l’utente? In campo SEO le ricerche vengono suddivise in specifici gruppi generali:
- Ricerche di navigazione: intese come le ricerche effettuate con la consapevolezza di quello che si sta cercando, ad esempio il prodotto, il brand, il servizio specifico.
- Ricerche di informazione: ovvero, le ricerche effettuate dall’utente per ottenere informazioni su un qualcosa che indubbiamente non conosce.
- Ricerche di transazione: precisamente, le ricerche finalizzate ad uno specifico obiettivo, ad esempio un acquisto.
Google e la sua SERP ha ormai raggiunto livelli di intelligenza davvero enormi, tanto che la Search Intent, viene adoperata dal suo algoritmo per poter organizzare e restituire i migliori risultati all’utente, immaginando le sue intenzioni.
Le query di ricerca
Prima di continuare, soffermiamoci sul concetto di query di ricerca.
Una “query di ricerca” si riferisce a una serie di parole o frasi inserite dagli utenti all’interno dei motori di ricerca, al fine di ottenere risultati pertinenti alle loro necessità o domande. Queste possono essere costituite da una singola parola chiave o da una combinazione di parole chiave, a volte anche sotto forma di domanda.
Le query di ricerca sono fondamentali in quanto forniscono informazioni preziose sulle intenzioni e sul comportamento degli utenti online. Attraverso l’analisi delle query di ricerca, possiamo comprendere meglio quali argomenti sono rilevanti per il nostro pubblico di destinazione, quali domande vengono poste con maggiore frequenza e quali prodotti o servizi potrebbero essere richiesti.
I 4 tipi di Search Intent
Le query di ricerca sono infinite ma la Search Intent può essere racchiusa in 4 tipi:
- Intento informativo (Informational Intent): gli utenti cercano informazioni su un determinato argomento, senza necessariamente avere l’intenzione di acquistare qualcosa. L’obiettivo è ottenere risposte a domande, trovare definizioni, istruzioni o conoscenze generali su un argomento.
- Intento transazionale (Transactional Intent): gli utenti cercano di eseguire un’azione specifica, come l’acquisto di un prodotto o la sottoscrizione di un servizio. Questo tipo di intento è fortemente legato all’acquisto o all’azione di conversione, e gli utenti cercano spesso parole chiave come “acquista”, “ordina”, “prezzi”, ecc.
- Intento di navigazione (Navigational Intent): gli utenti cercano di raggiungere un sito web o una pagina specifica. Solitamente, conoscono già il nome del sito o del marchio che stanno cercando e utilizzano i motori di ricerca per trovare il link diretto.
- Intento di consapevolezza (Awareness Intent): questo tipo di intento riguarda gli utenti che sono ancora nella fase di ricerca e valutazione delle opzioni. Non hanno ancora deciso cosa acquistare o quale azione intraprendere, ma stanno cercando di apprendere di più su un argomento o una categoria specifica.
Come capire l’intenzione di ricerca dietro una query
Per capire l’intento di ricerca dietro una query facciamo alcuni esempi.
La query “felpe da uomo adidas” rientra nelle ricerche di navigazione, perché l’utente cerca esattamente un prodotto di un dato brand. Puntare esclusivamente su una chiave del genere per scalare la SERP non conviene, perché in SERP verrà sempre privilegiato il sito ufficiale dell’Adidas.
Se invece proviamo con la query “Smartphone più costosi 2017”, capiamo subito come l’utente in questione sia interessato a ricevere delle informazioni generiche sui costi degli smartphone nel 2017. Quindi, nella tua strategia SEO, potrai ben pensare di includere dei contenuti specifici sulla comparazione prezzi degli smartphone dell’anno appena trascorso. In questa categoria non è facile convertire, ma sicuramente è molto più semplice portare traffico verso il tuo sito.
Se invece il tuo obiettivo è la conversione, una query come “Spa a Cagliari” va inserita nelle ricerche transazionali: l’utente sta obbiettivamente cercando un centro benessere in una località specifica. La strategia SEO migliore, sarà quindi capire l’intento di quella query (prezzi, servizi, pacchetti SPA tutto compreso, etc) e offrire un sito e dei contenuti che possano colpire le effettive intenzioni dell’utente.
Per quanto riguarda ogni singolo gruppo di ricerche, sicuramente le ricerche di navigazione hanno un valore abbastanza elevato e anche un elevato tasso di conversione, dal momento che la ricerca è mirata ad uno specifico marchio o ad un preciso prodotto.
Le ricerche di informazione, al contrario, assumono un valore decisamente inferiore in quanto l’utente è ancora molto lontano dal capire cosa esattamente vuole, ed ecco perché la sua ricerca risulta così generica. Tieni però conto che circa l’80% delle ricerche sul web appartengono a questa categoria, quindi dovrai essere bravo a mantenere l’utente sul tuo sito è avvicinarlo sempre più all’obiettivo finale, magari proponendo contenuti interessanti o invitandolo all’iscrizione nella newsletter.
Le ricerche transazionali “assicurano” invece la conversione, quindi il valore massimo, proprio perché l’utente va dritto verso un prodotto o servizio in modo consapevole.
Search Intent e SEO
Come abbiamo detto, la comprensione della search intent è un aspetto cruciale nell’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO). Gli algoritmi stanno diventando sempre più sofisticati nel riconoscere l’intento di ricerca degli utenti e nel fornire risultati che soddisfano le loro esigenze. Pertanto, allineare il contenuto con la corretta search intent può avere un impatto significativo sul posizionamento nei risultati di ricerca.
Ecco come la search intent è collegata all’ottimizzazione SEO:
- Scelta delle parole chiave: identificare le parole chiave pertinenti che corrispondono alla search intent è essenziale. Ad esempio, se la search intent è transazionale, potresti cercare parole chiave come “compra”, “acquista”, “offerta”, ecc. Se è informativa, potresti cercare parole chiave come “cos’è”, “come funziona”, ecc.
- Creazione di contenuti: una volta che hai identificato la search intent, puoi creare contenuti mirati che rispondano alle esigenze degli utenti. I contenuti dovrebbero essere informativi, pertinenti e utili in base all’intento di ricerca. Assicurati che il tuo contenuto sia completo e risponda alle domande chiave dell’utente.
- Struttura del contenuto: l’organizzazione del contenuto gioca un ruolo importante nell’ottimizzazione SEO. I contenuti dovrebbero essere ben strutturati, con titoli e paragrafi che guidino l’utente attraverso le informazioni in modo chiaro e logico. Utilizzare elenchi puntati, sottotitoli e paragrafi per rendere il contenuto facilmente comprensibile.
- Meta descrizioni e titoli: le meta descrizioni e i titoli delle pagine sono spesso i primi elementi che gli utenti vedono nei risultati di ricerca. Assicurati che siano accattivanti e riflettano la search intent. Questi elementi possono influenzare il tasso di clic (CTR) verso il tuo sito.
- Strategia di link building: la creazione di contenuti di alta qualità e pertinenti per la search intent può migliorare le possibilità di ottenere link da siti autorevoli. I link di qualità sono un fattore importante per il posizionamento nei motori di ricerca.
- Misurazione e ottimizzazione: monitora le prestazioni dei tuoi contenuti nelle posizioni dei motori di ricerca. Se scopri che un certo tipo di intento di ricerca sta portando traffico di scarsa qualità o non sta convertendo come previsto, potresti dover apportare modifiche ai tuoi contenuti o alla strategia di keyword targeting.
Gli strumenti per analizzare l’intento di ricerca
Per studiare la Search Intent più indicata alla tua attività, è necessario analizzare le chiavi di ricerca più diffuse e digitate, proprio per individuare da dove proviene il maggior traffico degli utenti. In questo senso ti sarà sicuramente utile il Keyword Planner di Google Adword, di cui puoi trovare una guida specifica in questo articolo.
Accanto ai tool che puoi utilizzare per conoscere le parole chiave più digitate e i loro rispettivi volumi di traffico, il mio consiglio è quello di analizzare la SERP di Google. Già nella digitazione, viene in nostro aiuto la Keyword Suggest, il cui obiettivo è quello di mostrarci le ricerche affini e le keyword correlate alla query da noi digitate.
Presta attenzione a quello che stiamo per dirti perché è alla base della creazione di piani editoriali SEO.
Quindi cosa sta facendo esattamente? Ci sta fornendo ulteriori query che possano “affinare” e specificare la nostra inchiesta, così da raggiungere subito l’obiettivo e l’informazione. Ci aiuta a passare dall’intenzione di ricerca, ad una specifica!
Facciamo un esempio, sempre con con la query “Pasta alla carbonara” che ci piace tanto.
Google Suggest ci suggerisce varie intenzioni di ricerca, quello che può servirci in ottica SEO è sicuramente l’individuazione di chiavi di ricerche utili a soddisfare il bisogno dell’utente. È evidente che chi effettua questa interrogazione, molto probabilmente, sia interessato ad avere la ricetta e a conoscere gli ingredienti: ecco quindi individuate due keyword utili alla nostra strategia di Search Intent!
Infatti, se premi Invio dopo aver digitato questa query, la SERP ti restituirà effettivamente dei risultati con focus sugli ingredienti e sulle ricette.
Questo è solo un semplice esempio, ma in ottica SEO e per quanto concerne i contenuti per il web, capiamo che una strategia efficiente è quella di sapersi immedesimare nel proprio utente tipo e comprendere come effettivamente svolge la sua ricerca, capire il percorso che intraprende per raggiungere il suo obiettivo, comprendere il gruppo in cui collocarlo (informativo, transazione, navigazione, informazione e consapevolezza).
Come sta cambiando il Search Intent?
Il concetto di search intent è in continua evoluzione a causa dei progressi nella tecnologia e nelle abitudini degli utenti. Alcuni dei cambiamenti significativi che stanno influenzando la search intent includono ad esempio la ricerca vocale e gli assistenti virtuali. Con la crescente adozione degli assistenti virtuali come Siri, Google Assistant, Alexa e Cortana, le query di ricerca stanno diventando sempre più conversazionali. Gli utenti utilizzano frasi complete e domande naturali per cercare informazioni, il che richiede una comprensione più avanzata dell’intento di ricerca da parte dei motori di ricerca.
Inoltre, la maggior parte delle ricerche avviene ora su dispositivi mobili, il che ha portato a una maggiore enfasi sulla localizzazione e sull’intento geografico. Gli utenti spesso cercano informazioni specifiche locali, come ristoranti nelle vicinanze o negozi locali, il che influisce sull’interpretazione dell’intento di ricerca.
Una particolare attenzione va riposta anche sui contenuti multimediali. Gli utenti cercano sempre più contenuti come immagini e video. Di conseguenza, l’intento di ricerca potrebbe riguardare la visualizzazione di immagini o la visione di tutorial video, oltre che la ricerca di testo.
I motori di ricerca stanno cercando di comprendere meglio il contesto dell’utente, come la loro posizione, il dispositivo utilizzato e la cronologia delle ricerche, per offrire risultati ancora più pertinenti. Questo contesto può influenzare l’intento di ricerca e le risposte fornite. Pertanto va preso in considerazione nelle nostre analisi.
Un altro aspetto che sta cambiando riguarda la ricerca semantica. Gli algoritmi dei motori di ricerca stanno diventando più intelligenti nell’interpretare il significato implicito delle query di ricerca. La ricerca semantica mira a comprendere il significato dietro le parole chiave e a fornire risultati basati su concetti correlati, anziché solo sulle parole specifiche.
In conclusione, capire in che modo l’utente effettua le sue ricerche, anticiparne le intenzioni e soprattutto capire quale sia l’obiettivo finale, è alla base della Search Intent, quindi tienila sempre d’occhio! Se poi qualcosa non ti è chiaro, ti aspetto nei commenti!