Negli anni abbiamo assistito a continue evoluzioni nel campo della link building. Un tempo questo genere di attività non era regolamentata e permetteva ai siti di crescere grazie alla costruzione di collegamenti con altri siti autorevoli studiati nei minimi dettagli. Oggi non è più così, o meglio, non è più semplice come un tempo. L’era della link building sta volgendo al termine? No, tranquillo, non ti stiamo dicendo che tutti i backlink che hai guadagnato con fatica, realizzando contenuti di alta qualità e magari guest post, sono del tutto inutili. Anzi, tutti quei link continuano ad avere estrema importanza per il posizionamento del tuo sito web. Stiamo dicendo però che l’importanza che Google riconosce a questi elementi è calata drasticamente. Ad avere un ruolo cruciale nel posizionamento organico dei siti, non sono solo i link, ma anche le menzioni. Ma di cosa stiamo parlando? Facciamo qualche passo indietro!
Dai backlink alle menzioni senza link
Indice
In origine, Google affidava ai backlink una grandissima importanza: maggiore era il numero dei portali che puntavano in direzione di una nostra pagina, migliore, in linea di massima, era il suo posizionamento sulla SERP. Tra i tanti fattori SEO – oltre 200 – quello relativo ai link era, almeno in tempo, molto probabilmente il più importante.
Non ci si deve dunque stupire se tutti gli esperti SEO, negli anni passati, si sono buttati sulla link building, utilizzando talvolta dei mezzi piuttosto artificiosi che, anziché basarsi sulla creazione di contenuti con un reale valore per gli utenti, mettevano in opera una oscura e viziosa compravendita di link.
Per questo motivo, dopo qualche tempo Google decise di correre ai ripari, andando pian piano a erodere il potere del suo algoritmo PageRank, il quale, per l’appunto, assegna autorità ad un sito in base al numero dei link in entrata. Parallelamente, mister G ha iniziato a inserire nuovi pimpanti algoritmi, volti a penalizzare in modo anche grave tutti quei siti che cercano di migliorare il proprio posizionamento in modo furbesco, con delle tecniche artificiose e amorali di link building.
Bene, fin qui abbiamo delineato il – lento – declino dei backlink (almeno di scarsa qualità). Ma quando entrano in gioco le menzioni di cui sopra?
Il valore delle menzioni
Mentre gli ingegneri di Google iniziavano a capire che, visti i sotterfugi dei SEO e dei web master, i backlink non erano davvero un parametro affidabilissimo, la rete iniziava via via a cambiare, diventando quella che è oggi. Parliamo dunque di social network, di ricerche vocali, di bot per l’assistenza digitale e via dicendo. Il peso dei backlink, nel concreto, è andato sfumando, per fare posto alle menzioni. Siamo solo all’alba di questa nuova era: nello specifico, già da un po’, si parla di brand mention e di site mention, a definire le menzioni di un brand o di un sito senza che queste contemplino un collegamento al relativo portale.
Le menzioni fanno riferimento ad un modo molto più naturale di comunicare. Pensaci un po’: un sito per nulla popolare che fa della link building spinta potrebbe avere 1.000 o persino 2.000 backlink e nessuna menzione, andando a definire una situazione quantomeno sospetta. Un portale robusto ed effettivamente autorevole, invece, avrà tanti link in entrata, ma anche un sacco di menzioni senza link, le quali, in fin dei conti, sono molto più affidabili, in quanto spontanee.
Ad annunciare il cambio di rotta, nel 2014, era stato Matt Cutts, all’epoca portavoce di Google. Il software engineer aveva spiegato che «i backlink diventeranno nel tempo un po’ meno importanti». Va peraltro sottolineato che anche in casa Bing è stato intrapreso un discorso molto simile, così come affermato nel 2016 dall’ex Senior Product Manager di Bing Duane Forrester.
A cosa servono le menzioni?
Una menzione è una citazione di un soggetto, brand o altra entità senza l’utilizzo di un link
È facile intuire che più un brand/sito viene menzionato in fonti autorevoli che hanno a che fare con la propria audience e maggiore sarà il valore e la popolarità acquisita. Le menzioni hanno lo scopo di bilanciare in qualche modo i backlink, definiti a tavolino dietro accordi particolari e scambi monetari, e i collegamenti naturali a un brand/sito specifico. Oggi ci sono tante piazze virtuali all’interno delle quali le persone esprimono i propri giudizi e opinioni riguardo a prodotti o brand e sono proprio queste espressioni spontanee da considerare per definire il valore di un sito.
Le menzioni hanno un peso SEO. Tra i tanti fattori usati da Google per definire il ranking di una pagina, vi è senza dubbio anche il valore attribuito dalla rete ai contenuti che ogni giorno vengono condivisi online. I motori di ricerca sono in grado di identificare le menzioni e di associarle ai brand per determinare la loro autorevolezza e la qualità del sito.
Come si sviluppano le menzioni?
Possiamo vedere le menzioni come una base preziosa da sfruttare soprattutto nei settori con elevata competitività. Al di là delle ragioni puramente tecniche, il fatto stesso che le persone sentano parlare sempre di un brand o di un prodotto specifico, in qualche modo avrà effetto sulle scelte d’acquisto. Come si sviluppa quindi una rete di menzioni?
Per stimolare le citazioni del tuo brand ci sono:
- collaborazioni con altri professionisti di settore per accrescere la propria notorietà grazie a quella dei colleghi
- recensioni online, lasciando che siano gli utenti stessi a parlare del tuo brand
- campagne sui social, per aumentare la conoscenza del brand e generare interesse e interazioni
- costruire contenuti di valore – news e case study – utili per il tuo target e che aumentano la conoscenza del brand grazie a citazioni di altri professionisti o collaboratori
Queste sono solo alcune idee. Ciò che conta è riuscire ad aumentare il trust del tuo sito e incentivare tutte quelle situazioni in cui il brand viene menzionato!