Puoi realizzare un sito web intrigante e user friendly. Puoi avviare un’attenta content strategy organizzando al meglio il tuo blog aziendale con i tuoi social network, e puoi ottimizzare allo stremo i tuoi contenuti sul lato SEO. Puoi imbastire delle robuste campagne di email marketing, e per rafforzare il tuo posizionamento, puoi impiegare il tuo tempo anche nella link building. Insomma, quando si tratta di web marketing, le idee non possono davvero mancare. Ma una volta che hai fatto tutto questo, cos’altro puoi fare? Beh, sicuramente puoi fare sempre di meglio, sempre di più: l’ottimizzazione, infatti, non è mai – mai – completa, e i contenuti possono essere sempre migliorati. Ma puoi provare anche qualcosa di nuovo: hai mai sentito parlare dell’influencer marketing?
Sicuramente sì: dal 2015 a questa parte, il termine ‘influencer’ ha conosciuto una popolarità dilagante. E questo perché, effettivamente, gli influencer possono fare grandissime cose per qualsiasi brand e per qualunque impresa. Anche per la tua. Ma perché dovresti accarezzare l’idea di appoggiarti ad un influencer? Uno vale l’altro? Vediamo i vantaggi e i trucchi dell’influencer marketing!
Che cos’è l’influencer marketing?
Iniziamo con una definizione generale e un po’ astratta: si può parlare di influencer marketing quando un’azienda si rivolge ad una o più personalità influenti per produrre dei contenuti capaci di aumentare la propria attrattività. Ma qual è, dunque, la differenza tra un influencer e un testimonial? E davvero, per fare del buon influencer marketing, è sufficiente rivolgersi ad una persona ‘influente’?
Andiamo un po’ più nel dettaglio. L’influencer non è un semplice testimonial trapiantato dai classici media – e quindi dalle pubblicità televisive o cartacee – alla rete. No, tra queste due figure c’è molta differenza. Il testimonial è infatti un qualunque personaggio famoso, facilmente riconoscibile dal pubblico – Jerry Scotty, Belen Rodriguez, Francesco Totti – che, molto semplicemente, dietro un lauto compenso, presta il proprio viso alla pubblicità di un brand. Va sottolineato che il testimonial non presta la propria esperienza, ma solo e unicamente il suo viso: Antonio Banderas non è un esperto mugnaio, e Alessandro del Piero non ha nessuna particolare esperienza nel campo delle acque minerali. E non è tutto qui: nel caso dei testimonial, il pubblico è consapevole del fatto che questi vengono pagati dall’azienda pubblicizzata, e che quindi lo spot non è altro che una fiction.
È diverso il discorso per quanto riguarda gli influencer: essi non fanno comparsate in spot promozionali, no, ma producono dei contenuti su un certo prodotto o su un certo marchio, inserendoli in una più ampia e continua realizzazione di contenuti per il web. Egli, dunque, dedica solo una minima parte del proprio tempo alla promozione di prodotti altrui, dedicando invece per lo più alla creazione di un rapporto di fiducia con il proprio pubblico attraverso i social network.
L’influencer, inoltre, è un esperto. Un esperto di moda, un esperto di cucina, un esperto di automobili, un esperto di videogiochi… si tratta, dunque, non di un semplice volto, quanto invece di una persona che mette anche le proprie competenze al servizio del pubblico – e, di riflesso, dell’azienda pagante.
Il loro successo è dettato dal loro essere reali. E non facciamo riferimento solamente agli influencer noti al grande pubblico, belli, giovani e ricchi, come Chiara Ferragni, Huda Kattan e Cameron Dallas. Parliamo anche dei vari influencer di nicchia, i quali in molti casi possono essere molto, ma molto più efficaci dei veri ‘vip’ del web. Parliamo dunque di quelle persone molto attive online con un alto numero di follower, e quindi di utenti che li seguono quotidianamente alla ricerca di dritte, di consigli e di novità. La menzione di un brand, in questo caso, non viene vista come una marchetta – o almeno, non solo – quanto invece come un nuovo tip, un nuovo suggerimento che arriva da chi ne sa qualcosina di più. Ecco, per questo motivo l’influencer marketing può essere estremamente utile, per qualsiasi tipo di azienda. Ma come puoi fare per trovare l’influencer giusto per la tua azienda?
Come trovare il tuo influencer?
Bene, ipotizziamo che la tua sia un’azienda piccolina, con un budget ridotto. Insomma, il tuo influencer non può essere Cristiano Ronaldo, e nemmeno Carlo Cracco. Come trovarlo? Ci sono diverse vie:
- chiedi ai tuoi colleghi e ai tuoi dipendenti quali sono i personaggi più autorevoli, a loro dire, all’interno del tuo settore;
- fai una ricerca su Google, cercando esplicitamente degli influencer per la tua nicchia;
- mettiti in contatto con giornalisti che si occupano di topic che rientrano nel tuo raggio di azione, privilegiando quelli che curano rubriche fisse su quello specifico argomento, e che quindi sono riconosciuti universalmente come degli esperti;
- cerca all’interno dei tuoi stessi follower: nel tuo stesso pubblico, infatti, potrebbero esistere degli utenti particolarmente attivi e conosciuti che potrebbero aiutarti ‘dal basso’;
- in ogni caso, privilegia gli utenti che, ad un alto numero di follower, accompagnano un alto livello di engagement: un influencer con 100.000 follower muti e del tutto indifferenti, infatti, è un influencer completamente inutile.
Questi semplici punti ti aiuteranno a individuare l’influencer giusto per te e per la tua azienda, senza correre il rischio di spendere budget inutilmente!